Oltre due anni sono trascorsi da quei
referendum che in Italia hanno abolito la quota di remunerazione del
capitale dalle bollette dell'acqua e indicato una ferma volontà
popolare per il ritorno del servizio idrico in mano pubblica e da due
anni ascoltiamo politici e gestori del servizio idrico rimpallarsi
la responsabilità di non riuscire a dare esecuzione a quella volontà
popolare (espressa, ricordiamo, da 27 milioni di elettori).
Sentenze di ogni grado di magistratura,
dalla Corte costituzionale ai giudici di pace, sono intervenute per
spronarli a farlo ma tutto, per ora, invano.
Abbiamo subito numerosi tentativi di
vanificare il voto popolare, da quello immediatamente messo in campo
dal governo Berlusconi, ma subito respinto dalla Corte
costituzionale, alle nuove tariffe AEEG del giugno scorso, (che il
Forum Nazionale per l'Acqua Bene Comune, ritiene illegali e che ha
impugnato davanti al TAR Lombardia)) reintroducono la remunerazione
capitale sotto falso nome e lo fanno (beffa nella beffa) in maniera
retroattiva, andando a sanare le tariffe illecitamente praticate dai
gestori a partire dal gennaio del 2012.
Sottolineiamo la perfida astuzia di
lasciare scoperta una piccola porzione temporale che va dal luglio al
dicembre 2011, su cui permane l'obbligo ai gestori di rimborsare le
quote capitale agli utenti: un “contentino” per i
referendari, un “tozzo di pane” gettato a quei 27 milioni di
cittadini votanti ingannati e defraudati.
Adesso, mentre ancora si traccheggia
sul come e quando restituire quel misero “tozzo di pane”,
l'Acquedotto del Fiora ha cominciato a mandare lettere minatorie a
quei cittadini (1.600 nelle sole provincie di Siena e Grosseto) che,
ottemperando alla volontà popolare dei referendum, hanno, negli
scorsi anni, prima richiesto ufficialmente e poi intrapreso
autonomamente, l'adeguamento delle bollette ai dettami referendari,
scremandole della quota capitale da questi abolita.
Lo fa minacciando addirittura il
distacco dell'utenza, (con 76 euro di costi di riallaccio) a chi non
restituisse entro il 9 ottobre le quote autoridotte; una pratica
dichiarata illegale da molta giurisprudenza, nel caso di utenze
domestiche, anche in caso di vera e propria morosità: “la
sospensione della fornitura di un bene primario come l'acqua appare
sproporzionato a fronte di un inadempimento pecuniario” (
Decreto del Tribunale di Bari – 09/09/2004; Sentenza del Tribunale
di Latina 31/10/2006; Ordinanza Tribunale di Enna, Provvedimento del
Tribunale di Tempio Pausania, sezione staccata di Olbia, del
06-07-2012)
il Movimento dell'acqua a Siena,
Grosseto, in Toscana segnala di avere già in piedi numerosi ricorsi
presso i giudici di pace e che sta attivando, in collaborazione con
ACU (Associazione Consumatori Utenti), un presidio legale per
respingere le minacce del gestore.
Invita tutti i cittadini che abbiano
già ricevuto le raccomandate minatorie del AdF a non pagarle
ed a prendere contatto con i rappresentanti del movimento di Siena e
Grosseto all'indirizzo a piè di pagina
Facciamo infine appello ai nostri
sindaci presenti nell'AIT (direttivo politico regionale della
gestione del servizio idrico) perché pongano fine a questa
proditoria aggressione nei confronti di cittadini rispettosi della
legge.
Per il Comitato A.B.C. Grosseto e
Amiata Val d'Orcia :
Giuliana Gentili e Andrea Marciani
Giuliana Gentili e Andrea Marciani
Per il Comitato A.B.C. Siena :
Andrea Borgna 0577-355554, 347-5410615
Andrea Borgna 0577-355554, 347-5410615
Per ACU Grosseto:
Miriam Croxatto
Miriam Croxatto
Contatti e-mail :
obbedienzacivilegr@inventati.org
e benicomunigrosseto@inventati.org
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